SALVATORE ESPOSITO (centrocampista) – RAVENNA F.C. 1913 (in prestito dalla S.P.A.L.)

Data di nascita: 7.10.2000
Luogo di nascita: Castellammare di Stabia
Altezza: 1.78

A cura di Christian Maraniello

La sezione si arricchisce di un’altra interessante chiacchierata, con Salvatore Esposito, un talento del 2000, di proprietà della S.P.A.L., ed in prestito al Ravenna.

Abbiamo scelto di raccontare la storia di Salvatore, attraverso le sue parole, perché ci ha colpito la sua umiltà, ma soprattutto la sua caparbietà nel voler a tutti i costi seguire questa incredibile passione, anche mettendosi in gioco.

Infatti, la scelta di andare a giocare al Ravenna, seppur in prestito, è stata premiata, e d’altra parte quanto hai talento, qualità tecniche, personalità e voglia, queste non passano mai inosservate, e la dimostrazione l’abbiamo avuta con le recenti convocazioni di Salvatore nella nazionale under 19: un premio importante per la sua crescita, ed un monito per chi insegue il sogno di giocare a calcio ad alti livelli.

Ed il calcio, ad alti livelli, passa anche per le sue evoluzioni. E come noto, negli ultimi 30 anni ci siamo trovati a dover studiare un nuovo concetto di centrocampista, sia a livello generale (e proprio di nomenclatura), nonché – più in dettaglio – di creatore di gioco. In via graduale abbiamo visto la scomparsa dei trequartisti classici, con un conseguente spostamento della attitudine creativa sulle “seconde punte”, sino ad arrivare ad una tipologia di trequartista più verticale, meglio corrispondente alla voglia di rapidità e di aggressione dello spazio di questi ultimi, ma soprattutto sui binari, con la affannosa ricerca di esterni in grado di dare imprevedibilità, superiorità numerica ed anche di rifinire l’azione in modo dinamico, stringendo il campo.

Ebbene, Salvatore Esposito, con le dovute proporzioni, è un po’ la somma di questa evoluzione.
Ma non solo. Negli ultimi anni abbiamo anche assistito ad un trasformismo hard dei giocatori di qualità tecniche elevate, nati trequartisti, e messi volutamente al centro del gioco, in mediana, grazie certamente ai trip visionari di allenatori evoluti, che hanno messo davanti a tutto la tecnica e le idee, in contrapposizione alla fisicità, con accettazione di rischi relativamente alla fase difensiva; trip, questi, che hanno permesso al mondo del calcio di ammirare la liturgia fotogenica del modo di interpretare il compito di “regista” di Andrea Pirlo, che citiamo non a caso, quale simbolo di questo trasformismo poliedrico nonché modello di riferimento, come leggeremo, di Salvatore.

Come avrete modo di leggere, infatti, il talento di Castellammare, negli anni, ha modificato il proprio modo di giocare, partendo da trequartista, sino ad arrivare a giocare in ampiezza, ed infine abbassandosi a play; ruolo peraltro che, oltre ad essere perfetto per le sue caratteristiche – quantomeno a nostro giudizio – gli ha permesso di farsi notare, anche per la chiamata in azzurro, come riferito poco sopra.
Un architetto con ulteriore qualifica di direttore dei lavori.

Lascio, quindi, la parola a Salvatore, che ovviamente ringraziamo della disponibilità mostrataci.

 

Ciao Salvatore, descrivici, brevemente, il percorso che hai fatto prima di arrivare al Ravenna. Abbiamo letto online che hai giocato in diverse società importanti.

Sono andato via di casa molto presto. All’età di 11 anni Clerici – una persona che adesso non c’è più – è venuto a Castellammare a prendere me e i miei fratelli per conto del Brescia e ci siamo trasferiti con tutta la mia famiglia, quindi oltre ad una scelta calcistica è stata una scelta di vita. Poi purtroppo dopo 4 anni la società Brescia Calcio era a rischio fallimento e l’Inter ci ha portati a Milano. All’Inter siamo stati molto bene, ci hanno accolto come una famiglia e non ci hanno mai fatto mancare niente.
Tutt’ora i miei due fratelli sono all’Inter. Io a gennaio dell’anno scorso ho intrapreso un discorso calcistico diverso e sono andato prima in prestito alla S.P.A.L. a fare la Primavera, poi dopo due mesi mi sono trovato in prima squadra: è stato bellissimo, ed alla fine dell’anno mi hanno riscattato.
Quest’anno ho iniziato il ritiro con la prima squadra e dopo sei mesi ho deciso di intraprendere una esperienza diversa e così sono venuto a Ravenna da gennaio.

N.d.r.: Roberto Clerici, spentosi recentemente, è stato talent scout, uomo di calcio e scopritore e formatore di migliaia di giovanissimi calciatori, da sempre al Brescia Calcio.

Chi ti ha scoperto davvero, e come? Ricordi un episodio specifico del provino (o dei provini)?

Mi ha scoperto Clerici quando ero nella mia scuola calcio del Club Napoli: siamo andati a fare un provino tutti a Napoli e il Brescia ha scelto tre giocatori e dopo qualche settimana siamo andati a fare un provino io, mio fratello e Donnarumma.

Hai vinto lo scudetto con l’Inter under 15 e 17. Ci racconti le due annate e le emozioni di quei trofei?

Sono state due annate molto differenti. La prima eravamo la squadra più forte del campionato e abbiamo vinto molto tranquillamente perché eravamo una squadra di giocatori molto validi, poi con il passare degli anni anche le altre squadre si sono rinforzate, e quindi con gli allievi nazionali abbiamo fatto più fatica a vincere, anche se abbiamo portato lo scudetto a casa.

Una caratteristica che ti contraddistingue – almeno così è parso a noi che ti abbiamo seguito – è la versatilità. In under 15, con l’Inter, giostravi da trequartista ed iniziavi però spesso a giocare come esterno. Poi piano piano hai modificato il tuo modo di associarti, abbassandoti da play. In questo ruolo potevi dare sfogo alla tua tecnica (visione periferica, gioco lungo e corto) ed alla tua forte personalità, oltre che perfezionare una balistica già di alto livello. Tutto ebbe inizio in under 17. Credi sia questa la tua “vocazione” e perchè?

Sono partito da esterno perché quando sono arrivato all’Inter ero trequartista, però il mister giocava con il 4-4-2 e mi chiedeva di fare l’esterno alto a sinistra e agivo anche come trequartista, guardando meno la fase difensiva. L’anno dopo uguale, però verso fine campionato il Direttore Bernazzani e mister Cauet mi hanno fatto fare due amichevoli da mediano.
L’anno dopo, comunque, è arrivato mister Zanchetta e le prime 4 o 5 partite ho giocato da esterno poi mi parlò privatamente e mi disse che secondo lui ero un buon centrocampista davanti alla difesa, e comunque era un ruolo che mi piaceva perché tocco tanti palloni, sempre nel vivo dell’azione e gli ho detto che per me non c’erano problemi, e diciamo che è stato lui a scoprire questo ruolo per me.

Restando in tema di caratteristiche tecniche-tattiche, poco sopra abbiamo delineato le nostre sensazioni: puoi descriverci invece in parole tue le attitudini principali del tuo modo di giocare? E soprattutto, dove, secondo te, devi migliorare.

Penso di essere un giocatore abbastanza tecnico, con una buona visione di gioco, e mi piace avere sempre la palla nei piedi e far girare la squadra, insomma tutto quello che dovrebbe fare un centrocampista in una squadra che gioca a calcio. Penso che devo migliorare molto nella fase difensiva, ma ci sto lavorando molto con l’attuale mister, il quale mi dà consigli.

Hai un modello di riferimento? E cosa ti manca, o comunque cosa “ruberesti” al tuo “idolo”?

Il mio idolo è sempre stato Totti, però dato il mio ruolo guardo sempre i video di De Rossi e Pirlo. Ho citato giocatori inarrivabili, però l’ultimo passaggio di Pirlo è qualcosa di straordinario, così come sono straordinarie le letture di De Rossi.

Hai già avuto modo di annusare la serie A con la S.P.A.L., senza mai esordire. E’ certamente questione di tempo. Ma al Ravenna hai già esordito in prima squadra. Raccontaci l’esperienza e come ti hanno aiutato i tuoi compagni e lo staff tecnico.

Alla S.P.A.L. sono arrivato che dovevo fare parte della primavera, l’anno scorso a gennaio, però dopo due mesi, a causa di vari infortuni in prima squadra, sono dovuto andare con loro e da lì non sono più sceso, nel senso che ho fatto le ultime 10 partite e sono andato sempre in panchina. Mi allenavo con loro, ho avuto la possibilità di vedere palcoscenici da vicino che ero abituato a guardare solo in tv. E lì apprendi tanto, con giocatori come Viviani, Schiattarella, Kurtic, Antenucci, Felipe, cioè giocatori che hanno fatto la serie A per tanti anni e impari molto.
Al Ravenna ho avuto la possibilità di esordire ed ho fatto anche un gol, quindi non potevo chiedere di meglio; sapevo che era una categoria difficile, e così è, però mi sono subito calato negli obiettivi della squadra, e stiamo cercando di raggiungerli.

Le tue prestazioni non sono passate inosservate, tanto che sei stato spesso convocato con le varie nazionali giovanili. Ora sei spesso convocato in under 19: parlaci delle tue emozioni a vestire la casacca azzurra E se puoi dirci che ambiente hai trovato e trovi tutt’ora (metodologie di lavoro, ecc.)?

Quando vesti la maglia azzurra ti trasformi. Ti tremano le gambe all’inizio. E’ qualcosa di indescrivibile perché sai che tutti i ragazzi vogliono essere al tuo posto, quindi è una responsabilità, me è anche motivo di orgoglio, quindi dai sempre più di quello che potresti dare.

Con la nazionale under 19 hai esordito contro la Spagna, recentemente, realizzando un gol di alto livello, su punizione, scavalcando la barriera ed infilando il pallone sotto l’incrocio. La balistica – come detto poco fa – è di alto livello, e come sai, nel calcio moderno, ormai è determinante. Hai dei segreti?

Diciamo che segreti non ne ho. Ho iniziato a fare gol sin da piccolo, però era più facile, e man mano crescendo era sempre più difficile perché incontri portieri più bravi, le categorie sono diverse.
Comunque diciamo che è iniziato tutto con mister Zanchetta, che a fine allenamento si fermava per farmi calciare, e mi dava qualche consiglio e poi quando sono arrivato alla S.P.A.L. Viviani è quello che mi ha insegnato più di tutti a calciare.

C’è un calciatore con cui vorresti giocare un giorno? Ed un allenatore? Se si, puoi descriverci le motivazioni?

Totti. Siccome ha smesso spererei di giocare con De Rossi però mi sembra un po’ troppo difficile. Come allenatore mi piacerebbe incontrare Zanchetta.

Hai un obiettivo specifico, a livello calcistico?

Si. E’ quello di raggiungere il secondo obiettivo che ci siamo prefissati qui al Ravenna che – incrociando le dita – non dirò, e poi quello di andare all’Europeo.

Segui il calcio estero? Quale in particolare?

Si. Mi piace molto la Premier League e la Liga spagnola.

Ci parli del Salvatore ragazzo? Passioni, hobby, studio, amicizie.

La mia unica passione è il calcio. Non ne ho altre, e quando non gioco o non mi alleno guardo altre partite. Spesso ascolto musica che è l’unica cosa diversa dal calcio che faccio. Ho amici a Castellammare e a Brescia, che vedo tutt’ora e mi piace stare con loro, però non sono un ragazzo a cui piace andare in discoteca. Mi diverto più davanti ad un barbecue o a cena.

Ultima domanda: sappiamo che hai due fratelli che giocano nell’Inter, ed un padre allenatore, quindi masticate calcio da sempre. Parlaci del rapporto che hai con la tua famiglia ed il ruolo che hanno avuto rispetto alla tua carriera.

Il rapporto con i miei fratelli è splendido. Ci sentiamo quasi tutti i giorni e prima delle partite, prima e dopo, per sapere com’è andata. Loro riescono a guardare le mie perché le trasmettono, mentre io guardo le loro quando si può, però ci aggiorniamo sempre su tutto, perché loro sono stati importantissimi per me e penso anche io per loro. Mio padre dal punto di vista calcistico non mi ha mai dato consigli e ci ha sempre detto che dobbiamo andare per la nostra strada e fare esperienze.

Abbiamo apprezzato molto la disponibilità di Salvatore, la sua serietà, ed anche la sua umiltà.
Ringraziamo in modo particolare, oltre al ragazzo – a cui va certamente il nostro augurio di una carriera brillante – il suo procuratore, Dr. Augusto Carpeggiani (Italian Managers Group S.r.l.), ed in ultimo, ma certo non in ordine di importanza, la società Ravenna F.C. 1913 S.p.A., nella persona del Responsabile comunicazione e marketing, Sig. Luca Zignani.

(Fonte foto: fratellidelmondo.blogspot.com)

Articolo precedenteEsclusive WFS: i migliori talenti del Sub 20 2019 in Cile
Articolo successivoGiacomo Raspadori: intervista esclusiva sul talento italiano classe 2000 del Sassuolo