GIACOMO RASPADORI (attaccante) – U.S. SASSUOLO CALCIO S.r.l.

Data di nascita: 18.2.2000
Luogo di nascita: Bentivoglio
Altezza: 172 cm
Posizione: attaccante centrale e laterale, trequartista seconda punta di movimento

A cura di Christian Maraniello

Nel processo di metamorfosi del nostro articolato comparto calcistico, ormai doveroso dopo una crisi profonda determinata – dal punto di vista dei risultati – dalla esclusione dai recenti mondiali in Russia, vi sono contesti che hanno saputo reinterpretare il cambiamento, puntando moltissimo sulla centralità del settore giovanile.

Ed uno di questi è certamente il vivaio del Sassuolo Calcio, ormai considerato in forte ascesa, in Italia, perché piano piano, nonostante un bacino d’utenza diciamo limitato (la cittadina conta soli 41 mila abitanti), con il tempo ha saputo organizzare – anche con l’aiuto di validissimi professionisti – un benchmark di grande livello.

I risultati, del resto, sono la testimonianza diretta del lavoro eccellente sin qui fatto dalla società del patron Squinzi, e nello specifico dal Responsabile del Settore Giovanile, Francesco Palmieri: ricordiamo su tutti la conquista della Viareggio Cup nel 2017, il “doblete” dell’anno scorso ad opera della Berretti (scudetto e Supercoppa), nonché le numerose convocazioni dei ragazzi nelle varie nazionali giovanili.

Uno dei prodotti del florido vivaio nero-verde è senza alcun dubbio Giacomo Raspadori, peraltro presenza costante della casacca azzurra, che abbiamo deciso di contattare per farlo conoscere meglio, sia dal punto di vista caratteriale che tecnico, seppur con una chiacchierata breve perchè ovviamente avrei voluto entrare più nei dettagli tecnici.

Ad ogni modo, Giacomo lo stiamo seguendo da diverso tempo e a nostro giudizio, tra gli attaccanti è uno dei migliori prospetti italiani, non solo dal punto di vista tecnico e atletico, ma anche per attitudini relazionali dentro il gioco, come avremo modo di discutere.

Il ragazzo ci ha raccontato che il suo modello di riferimento è Sergio Aguero, a cui peraltro somiglia come tipologia: ho sempre ammirato un giocatore in particolare, Sergio Aguero, soprattutto per il suo movimento senza palla e per la sua grande capacità di finalizzazione. È un giocatore che fa sempre la scelta giusta e pur essendo un uomo d’area propizia molti assist e molte giocate utili al collettivo”.

Formalmente quindi – e se vi piacciono le definizioni della dottrina teorica – Raspadori è un attaccante di movimento con attitudini di rifinitura e finalizzazione; potremmo anche definirlo “associativo” per le modalità con cui si fidelizza nelle sequenze, interpretando con efficacia le funzioni di terminale offensivo, oppure di sotto-punta perimetrale: e d’altro canto è morbido nel primo controllo (spesso orientato per garantirgli una migliore efficacia nella giocata), conosce i movimenti in ampiezza, tra le linee e in profondità, nonchè gli smarcamenti. Inoltre è abile nella protezione della palla anche spalle alla porta (possiede forza), offre soluzioni combinate e linee di passaggio su tutto il fronte, anche svuotando l’area.

Ovvio che poi in un attaccante, seppur versatile e brevilineo come Giacomo, la parte finalizzativa resta una discriminante importante nell’analisi obiettiva e qui devo dire che registra rating di alto livello, nonchè un elevato grado di differenziazione esecutiva, direi non convenzionale per i profili di questa età. Peraltro lo agevola il baricentro particolare, ma soprattutto fondamentali tecnici di pregio sia in rifinitura che nella balistica (che risalta nel suo ambidestrismo, rendendolo nebuloso per gli avversari) e qualità atletiche impattanti.

E’ anche vero che Raspadori non possiede quei parametri fisici che di norma vengono richiesti nell’attività selettiva di un attaccante (che personalmente comunque contesto), ma fortunatamente il club ha avuto lungimiranza nel crederci, investendo su caratteristiche invisibili ma egualmente fondamentali del calcio moderno, che vanno dalla conoscenza del gioco e alle sue letture (dinamiche e statiche) di spazio e tempo.

Giacomo, intanto ri ringrazio della disponibilità. Ci descrivi, brevemente, il percorso che hai fatto prima di arrivare al Sassuolo? Hai dei ricordi particolari delle prime partite giocate?

Grazie a te per questa opportunità. Allora, prima di arrivare a Sassuolo ho giocato nella squadra del mio paese (Castel Maggiore), il Progresso, squadra a cui sono molto legato e soprattutto che mi ha dato la possibilità di iniziare a coltivare questa mia passione. I ricordi delle prime partite sono sicuramente indelebili, ricordo ancora l’entusiasmo e la carica che tutt’ora mi accompagna durante le partite.

Chi ti ha scoperto, e come? Ricordi un episodio specifico del provino (o dei provini)?

Il primo provino per il Sassuolo lo feci a 9 anni da sotto età perché la squadra della mia annata ancora non era stata formata, in quel periodo il direttore sportivo era Gianni Soli e l’allenatore Christian Papalato, che ebbi la fortuna di avere per i 3 anni successivi. Mi ricordo sicuramente quanto ero carico ed entusiasta di poter far parte di una squadra professionistica e confrontarmi ogni settimana con ragazzi forti, migliorando ogni giorno.

Con la Berretti guidata da mister Morrone, avete fatto “doblete”, vincendo uno scudetto storico (è il primo del Sassuolo), distruggendo in finale il Torino per ben 6-2, peraltro con una tua doppietta e con giocate di alto livello e poi la Supercoppa, con un 3-0 secco al Feralpisalò, ancora con una tua doppietta decisiva e di alto lignaggio. Ci racconti l’annata e le emozioni di quelle finali?

Guarda, ho avuto la fortuna di partecipare alla prima vittoria storica di uno scudetto per il Sassuolo giovanile, è stata un annata molto impegnativa perché prima di arrivare a giocare le finali abbiamo conquistato la salvezza nel campionato Primavera 1 per poi essere aggregato alla berretti, gruppo con cui sono stato solamente per un mese circa, ma con cui sono entrato subito in coesione essendoci anche molti miei compagni con cui ho giocato molti anni insieme. È stata sicuramente un’annata memorabile, sia personalmente sia per quanto riguarda la società.

Quest’anno ti stai confermando in Primavera a livelli importanti, con elevati rating: già 9 reti in 14 presenze, e tanti assist decisivi. Ti abbiamo seguito in alcune partite, ed in particolare in quella rimonta incredibile contro la Roma (da 3-0 a 3-5) e contro l’Inter, dove segnasti un gol in acrobazia. Come faccio con i tuoi colleghi Ti chiedo di descrivermi le Tue caratteristiche principali, il Tuo stile di gioco e soprattutto dove devi migliorare.

Nel mio modo di giocare sicuramente prediligo un calcio tecnico ed ho la fortuna di calciare con entrambi i piedi. Credo che uno dei miei punti di forza sia il primo controllo, che mi permette di essere sempre orientato bene e di avere il tempo di fare la giocata giusta o di concludere in porta. Mi piace molto essere un punto di riferimento, fare gioco per la squadra muovendomi tra le linee e in profondità sfruttando gli errori avversari. Secondo me devo e posso migliorare ancora nell’1 vs 1 e nel colpo di testa.

In effetti hai forza esplosiva per cercare di lavorare maggiormente nel gioco aereo ma hai tutto il tempo per migliorare. Piuttosto, volevo chiederti – visto che abbiamo notato che molte volte preferisci addirittura la rifinitura al gol – cosa ti chiede il tuo allenatore? Hai dei movimenti codificati, o ti lascia decidere in autonomia cosa fare durante le situazioni di gioco? Intendo a livello di scelte.

Si è vero però in generale sono abituato a giocare e a fare ciò che è il meglio per la squadra. Per quanto riguarda i miei movimenti dipende molto dal ruolo in cui gioco, facendo la punta i movimenti sono diciamo un po’ più codificati, mentre quando mi ritrovo a giocare esterno o trequartista sono più libero di muovermi negli spazi ed andare ad occupare le zone di rifinitura dove le linee avversarie fanno più fatica.

E infatti sei particolarmente abile nei movimenti tra le linee e nella ricerca degli spazi specie in profondità, soprattutto quando gli avversari si difendono stretti e compatti. In questo senso, hai un modello di riferimento? E cosa gli ruberesti a livello di caratteristiche?

Ho sempre ammirato un giocatore in particolare, Sergio Aguero, soprattutto per il suo movimento senza palla e per la sua grande capacità di finalizzazione. È un giocatore che fa sempre la scelta giusta e pur essendo un uomo d’area propizia molti assist e molte giocate utili al collettivo.

C’è un allenatore che ricordi con più affetto nella tua carriera?

Penso di aver sempre avuto un bel rapporto con gli allenatori che ho avuto, in particolare con Christian Papalato che oltre ad essere stato l’allenatore che ho avuto per più tempo, è stato anche quello che mi ha trasmesso tantissimi insegnamenti e nozioni sia per quanto riguarda il ruolo di attaccante, sia dal punto di vista comportamentale.

Hai giocato in altre posizioni, magari più basso a centrocampo durante il tuo percorso nelle giovanili?

Diciamo che nei ruoli di attacco sono stato impiegato in tutti i ruoli, punta, esterno di destra/sinistra e trequartista, e in effetti qualche volta per motivi di necessità durante la gara ho fatto la mezzala.

Sappiamo che hai già avuto modo di allenarti con la prima squadra. Ci puoi raccontare l’esperienza e come hai vissuto l’emozione di poter, comunque, giocare con tanti giocatori importanti?

Si ho avuto la fortuna di farlo e confrontarsi coi grandi è stata sicuramente l’esperienza più bella in assoluto. Giochi e ti alleni con giocatori che fino a pochi giorni prima vedevi in televisione e ammiravi. Questa grande occasione la vivo con serenità però con grande dedizione, cercando di fare mio tutto quello che vedo e assimilando i consigli e le esperienze dei più grandi.

Stai facendo la trafila delle giovanili in Nazionale. Ora sei in Under 19: parlaci delle tue emozioni a vestire la casacca azzurra e se puoi dirci che ambiente hai trovato e le differenze nel gioco?

Rappresentare un Paese intero con una storia calcistica come l’Italia, è sicuramente un’emozione impagabile ed indescrivibile. Le partite di livello internazionale sono molto diverse e necessitano di una grande preparazione fisica e tattica, ma soprattutto mentale, cosa che l’ambiente azzurro sa bene come trasmetterti.

C’è un calciatore con cui vorresti giocare un giorno? Ed un allenatore? Se si, puoi descriverci le motivazioni?

Ad essere sincero non c’è un calciatore o un allenatore in particolare con cui vorrei giocare in futuro, già vivere l’esperienza della prima squadra per me è un onore e un sogno e spero di poter proseguire questo cammino coi grandi.

Hai un obiettivo specifico, a livello calcistico?

Il mio obiettivo principale è quello di diventare un giocatore importante nel calcio dei grandi e sarei onorato nel farlo qui a Sassuolo, non nego il fatto che continuare il mio percorso con la nazionale sicuramente è un traguardo a cui tengo molto.

Segui il calcio estero? 

Si, il calcio estero mi ha sempre affascinato, soprattutto se si parla dell’intensità della Premier League o della tecnica della Liga. Fin da piccolo ho seguito questi due campionati e ho cercato di estrarre qualcosa dai grandi calciatori che ne hanno fatto e ne fanno parte tutt’ora.

Ci parli del Giacomo ragazzo? Passioni, hobby, studio, amicizie.

Sono un ragazzo tranquillo e con le idee molto chiare, so quello che voglio e quello che è importante. Sto finendo gli studi, frequento la classe quinta del Liceo Scientifico e al termine dei miei percorsi scolastici sono intenzionato ad intraprendere l’università, anche se ancora sono indeciso sulla facoltà.

Ultima domanda: il ruolo della tua famiglia rispetto alla tua carriera.

Alla mia famiglia devo veramente tanto, mi hanno sempre sostenuto e soprattutto mi hanno trasmesso quelli che sono i valori più importanti per essere un uomo prima di tutto il resto. Se ho avuto ed ho la fortuna di fare il settore giovanile nel Sassuolo Calcio, è sopratutto grazie a loro ed ai loro sacrifici, poiché per i primi 5 anni mi hanno sempre accompagnato da Bologna fino a quando sono stati introdotti i pulmini.

Questa bella chiacchierata si conclude con la consapevolezza (mia) che Giacomo, oltre ad essere un talento cristallino, è anche un prodotto del nostro calcio che finalmente sta tornando a crescere, non solo grazie allo splendido lavoro delle singole società, ma soprattutto per la profonda disponibilità di questi ragazzi presi singolarmente, soprattutto dal punto di vista umano e caratteriale.
Non c’è solo il talento da sviluppare, ma anche gli uomini. La serietà. La professionalità di chi poi rappresenterà il nostro calcio.
Ringraziamo in modo particolare, oltre al ragazzo – a cui va certamente il nostro augurio di una brillante carriera – la società che cura i suoi interessi, la TMP SOCCER S.r.l. (nelle persone dei procuratori Tullio Tinti, Fausto Pari, Manuel Montipò, Paolo Castellini), ed in ultimo, ma certo non in ordine di importanza, la società U.S. Sassuolo Calcio S.r.l., nella persona del Responsabile del Settore Giovanile, sig. Francesco Palmieri, nonché del Segretario del Settore Giovanile, sig. Lorenzo Maria Casciello.

(Fonte foto: zimbio.com)

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