L’analisi. Fiorentina – Pescara
A cura di Laerte Centini e Christian Maraniello
Fiorentina e Pescara hanno dato vita ad uno dei match più spettacolari del sesto turno del Campionato Primavera 1.
La Fiorentina si schiera con il sistema di gioco 4-3-3, mentre il Pescara adotta un 3-5-2 molto elastico.
La squadre partono entrambe con il piede sull’acceleratore provando a difendere in avanti. Una palla recuperata sulla trequarti avversaria infatti consente al Pescara di andare in vantaggio con il capolavoro di Pavone, uno dei prospetti più interessanti in campo.
Fabian riceve palla appena fuori dall’area di rigore, dopo una riaggressione dei centrocampisti pescaresi, ed in una frazione di secondo fa partire un laser shot di sinistro, che va ad insaccarsi nell’angolino di Brancolini, che non può nulla.
Il n. 10 di Atri, da noi intervistato a giugno (leggi qui), quest’anno ha cambiato dimensione fisica del suo modo di giocare. Rispetto all’anno scorso, infatti – dove giocava come esterno offensivo nel tridente di Zauri (ora in prima squadra, in B) – Pavone agisce da punta atipica nel 3-5-2 di Legrottaglie, e si sta trovando molto bene, perché è sempre nel vivo del gioco e può scatenare la sua adrenalina tecnica, spaziando su tutto il fronte, agendo tra le linee, e manipolando discrezionalmente la sua creatività.
Non sono certo un caso le 5 segnature messe a segno in questo inizio pirotecnico, che lo hanno proiettato in prima squadra, grazie appunto alla chiamata di Zauri, che ovviamente lo conosce bene.
L’inizio fulmineo del Pescara, però, ha svegliato i viola, che hanno iniziato a sfruttare la superiorità numerica sui binari (come diremo più avanti), e dopo solo 8 minuti hanno ristabilito la parità, con un gran gol di Pierozzi.
Da questo momento la partita segue un registro più tattico con le squadre maggiormente accorte.
La Fiorentina cerca il fraseggio a centrocampo sfruttando l’ottima occupazione “geometrica” degli spazi che permette il 4-3-3, cercando di formare triangoli in zona palla, soprattutto centralmente tra play, mezzeali e attaccante centrale che viene incontro.
Il Pescara dal canto suo privilegia una costruzione più diretta, passando sovente da Palmucci direttamente al lancio sulla punta.
Caratteristica peculiare del Pescara è la mossa di far alzare molto le mezzeali in fase di costruzione con l’obiettivo di trovare il passaggio in grado saltare tutta la prima linea di pressione viola.
La Fiorentina cerca di mettere in difficoltà il Pescara, attingendo alle armi migliori che la contrapposizione tra i due moduli gli mette a disposizione, ovvero la superiorità numerica sulle fasce laterali
Mister Legrottaglie, con il suo 3-5-2 ha risposto sfruttando molto l’asse Bocic – Pavone, interpretando il modulo alla maniera di Conte, ovvero le due punte in verticale, con movimenti e giocate codificate.
Per quanto riguarda la fase difensiva molto interessanti sono le scelte della Fiorentina su come portare la pressione agli avversari.
In fase di prima costruzione pescarese i viola vanno in pressing forte sugli avversari; se gli abruzzesi riescono ad uscire, i toscani decidono di allentare la pressione arretrando e andando a posizionarsi dietro la linea della palla anche con gli esterni alti formando un 4-5-1.
Altra scelta situazionale della Fiorentina: in transizione negativa la prima scelta è quella di andare in riaggressione
Sul finale di tempo le squadre così come successo poco dopo il fischio iniziale fanno un uno-due portando il risultato sul 2-2.
Nella seconda frazione Loviso porta in vantaggio i viola sul 3-2, il predominio si alterna in maniera più o meno evidente ma le chiavi tattiche della sfida rimangono le stesse.
Il Pescara trova la rete del 3-3 nel finale con Manè, consentendo a entrambe le squadre di tornare a casa con 1 punto.
Il Pescara è certamente una delle rivelazioni di questo inizio di stagione. Rispetto all’anno scorso, come detto in apertura, ci sono stati diversi cambiamenti, specie a livello di contesto tattico. Mister Zauri (ed il secondo, Esposito), infatti, giocavano con un 4-3-3 liquido, verticale, dove l’anamnesi principale risiedeva nello sfruttamento della rapidità degli esterni (Pavone e Palladini) che avevano compiti ben precisi in fase di non possesso, perché dovevano stringere il campo, mentre in fase di possesso si allargavano, per poi agire in libertà negli ultimi 20 metri, incendiandosi o servendo il riferimento centrale che era Borrelli (ora in prima squadra).
Quest’anno, invece, come detto, mister Legrottaglie sfrutta le combinazioni dei due attaccanti, dando densità in mediana, e chiedendo un lavoro doppio agli esterni.
La Fiorentina, invece, sta ripercorrendo un po’ la legacy dell’anno scorso, avendo ancora ragazzi creativi e ricchi di talento, come Koffi, il nuovo innesto Duncan (ex Liverpool), Pierozzi e Montiel, oltre che Vlahovic, che ha già esordito in serie A.
A mio parere Bigica deve ancora registrare la fase difensiva, ma Brancolini, da noi intervistato pochi giorni fa (leggi qui) ci ha spiegato che stanno lavorando tantissimo, sotto ogni aspetto, anche perché Bigica chiede tanta proposta offensiva.
L’impressione è che, comunque, quando Bigica avrà trovato l’assetto giusto e le distanze corrette, la Fiorentina sarà una squadra eccitante.